Attraverso una mini intervista Anna racconta l’identità del marchio LA UVA
Perchè il nome LA UVA?
Ho sempre amato i volumi circolari e le forme tonde e piene di colore che si ripetono.
Adoro il cibo in generale, ma la frutta e la verdura in particolar modo.
Cercavo un nome cortissimo, facile da leggere e da pronunciare in modo semplice, non storpiabile e che fosse italiano.
Dolce e aspra allo stesso tempo, l’uva racchiude tutte le caratteristiche che rappresentano e delineano la mia natura e come frutto lussuoso consumato fin dai tempi antichi, avevo capito che LA UVA poteva essere la denominazione giusta.
Come è iniziato tutto?
Dopo una laurea in fashion design ed arti multimediali e una pregressa esperienza nel retail, nel 2020 ho cominciato a pensare a come poter creare una realtà concreta dove tutte le mie aspettative e ambizioni potessero realizzarsi.
Avevo bisogno di fortissimi stimoli.
Partendo da un’ idea embrionale nei mesi successivi ho messo per iscritto questo progetto, ho redatto un business plan della mia idea descrivendola attraverso un’analisi sia di fattibilità operativa ma soprattutto di sostenibilità finanziaria.
Inizialmente, non pensavo all’aspetto economico della mia idea, ma poco dopo si fortifica l’aspirazione a cercare qualcuno che fosse interessato a sostenere il progetto e nel 2021 ho presentato il mio piano d’impresa ad un ente finanziatore nazionale concorrendo ad un bando pubblico dedicato ai giovani aspiranti imprenditori entro i 29 anni d’età, E’ andata bene!
Con l’aiuto di questo finanziamento stanziato qualche mese dopo, nel 2021 nasce LA UVA.
A quale tipo di clientela ti rivolgi?
Quando ho presentato il progetto per il finanziamento avevo già chiaro il tipo di pubblico a cui mi sarei rivolta.
E’ una nicchia specifica di donne e ragazze indipendenti, sicure, affini all’arte e che amano molto la famiglia, che evadono in contesti naturali ma anche metropolitani, dove si vive intensamente e a ritmi stimolanti ed impegnativi.
Hanno personalità concrete che prendono seriamente il proprio ruolo sociale, amano però distrarsi dalla realtà in cui vivono, indossando abiti che evadono il tempo sentendosi sempre protagoniste.
La mia idea è creare una visione esclusiva del capo di abbigliamento e che sia differenziante.
Che valore ha per te il capo di abbigliamento?
L’intento del mio lavoro è quello di educare ad una consapevolezza maggiore che il capo di abbigliamento è una cosa personalissima ed inimitabile e dovrebbe essere percepito come un artefatto prezioso che ancora dopo anni suscita la stessa viscerale emozione.
Ecco perché LA UVA si impegna a realizzare un capo di valore, che sorprenda sotto ogni aspetto chi lo indossa; dalla vestibilità, alle finiture, alle fantasie, al tessuto.
Sicuramente il capo LA UVA non è pensato per essere buttato tra i rifiuti dopo un solo utilizzo, come spesso accade quando si utilizza qualsiasi capo fast fashion, desidero invece che i miei capi siano amati, rispettati e conservati.
Quanto sono importanti il tipo di tessuto e i materiali che utilizzi?
Il capo deve essere un qualcosa di prezioso e che mantiene inalterato il suo valore nel tempo avendo fibre resistenti e naturali.
Un buon tessuto favorisce anche un’ottima vestibilità del capo al contrario di ciò che accadrebbe con un tessuto scadente.
Il mio occhio e la mia mano estremamente esigenti selezionano per gli abiti di LA UVA solo tessuti provenienti dalle migliori aziende tessili italiane.
Niente è lasciato al caso, esiste un percorso di studio e ricerca che interessa ogni aspetto della produzione dei miei abiti per migliorarne costantemente l’aspetto estetico e qualitativo.
Come mai hai iniziato con solo una categoria merceologica?
Il capo di abbigliamento che in assoluto preferisco è l’abito.
Me lo immagino ultra comodo per chi lo indossa, quasi non si sentisse addosso, che vestisse perfettamente e che avesse un’ allure esclusiva.
Penso che l’abito sia l’unico capo d’abbigliamento nella sua forma ad avere tutti i requisiti per essere definito essenziale e completo.
Nasce per essere indossato da solo senza ulteriori complementi in aggiunta creando un outfit e un total look portabile e fruibile nell'immediato.
L’idea che questo capo “viva di essenza propria” è uno dei principi che ispira la mia visione dell’abito, vedendolo come un oggetto differenziante ed inimitabile per chi lo indossa.